sabato 9 febbraio 2008

Software per poveri

Nei giorni scorsi ho segnalato ad un collega una notizia che era circolata su Internet:
Dopo che l'insegnante russo Alexander Ponosov è stato accusato da Microsoft di aver installato del software illegale, il ministro Leonid Reiman ha affermato all'agenzia Itar Tass: "...da qui al 2009 installeremo su tutti i computers delle scuole russe solo software libero, che sostituirà il software commerciale utilizzato sino ad ora".

La notizia mi sembrava interessante dato che in Italia l'unica risposta alla pirateria informatica sembra essere quella di acquistare licenze per decine di migliaia di euro per ogni scuola.

Il collega mi ha risposto:
"...a dire la verità, questa notizia conferma le mie idee.
Linux è un sistema operativo per paesi in via di sviluppo..."
Confesso che in un primo tempo la risposta mi ha dato un po' fastidio. L'ho letta come se il collega avesse detto che il software libero sia un software di serie B, buono per chi non può permettersi soluzioni migliori.

Io che uso normalmente Linux con KDE (a casa) e Windows XP (a scuola), so perfettamente che, per l'uso che ne faccio, il primo non ha nulla da invidiare al secondo. Linux vince in stabilità, sicurezza, usabilità dell'interfaccia grafica e anche in semplicità d'uso.

Ho evitato di rispondere immediatamente: non bisogna mai rispondere ad una affermazione quando si è infastiditi da qualcosa!

Infatti la notte mi ha portato consiglio... Effettivamente devo dargli ragione: Il software proprietario è per "ricchi" il software libero è per "poveri".

Software proprietario

Software libero

È perfetto, salvo bloccarsi inspiegabilmente, perdere i dati, comportarsi in modo strano...

Ha errori (bug) e ha un meccanismo per segnalarli e votare la precedenza dei bug da correggere.

È prodotto da aziende irraggiungibili.

È prodotto in modo collaborativo da una miriade di sviluppatori, che spesso si possono contattare facilmente.

Gli aggiornamenti sono terribili, spesso costringono a cambiare l'hardware e rendono "vecchi" i propri documenti.

Gli aggiornamenti sono attesi con curiosità, spesso offrono nuove funzionalità che rendono più potenti gli strumenti che già abbiamo.

In caso di problemi bisogna rivolgersi a un centro di assistenza.

In caso di problemi si trova facilmente una comunità di utenti disponibili ad aiutare.

Mette l'accento sulla proprietà privata.

Spinge a collaborare.

È semplice, ma difficile.

È complesso, ma non complicato

Solo chi è grande può produrlo.

Chiunque può contribuire ad un progetto in molti modi diversi.

È diffusissimo grazie a "intelligenti" campagne promozionali.

Si diffonde solo per le sue qualità.

È per chi compra le soluzioni ai propri problemi.

È per chi cerca di risolvere i propri problemi assieme agli altri.


Probabilmente è proprio per questo che lo preferisco!

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, io non sarei così categorico... Non tutti i software sono macigni stile Office di Microsoft. C'è anche software a prezzo più che onesto, con sviluppatori super-disponibili e che, personalmente, ha fornito la soluzione che mi serviva a tanti problemi (mi sto riferendo a questo http://www.literatureandlatte.com/scrivener.html)

E in linea di principio, non è neanche detto che comprare la soluzione ai problemi sia una politica sbagliata, se permette di dedicarsi a problemi di altro tipo per noi più interessanti o importanti.

Se mai, l'affermazione che Linux è per paesi in via di sviluppo mi sembra un tantino azzardata per altri motivi... Hai raccontato al tuo collega che molti dei siti che visita ogni giorno su internet (google, tanto per dirne uno) si basa su server Linux?

Daniele ha detto...

> Non tutti i software sono macigni...

Perfettamente d'accordo, nella vis polemica mi sono un po' lasciato prendere la mano. Nello scrivere, avevo in mente i programmi che girano nelle mie scuole. Lungi da me demonizzare il software proprietario, esistono senz'altro moltissimi programmi non liberi, fatti bene, che vale la pena di acquistare e di usare.

Quello che mi aspetterei, da persone razionali sarebbe una scelta consapevole:
1. esplicitare il problema,
2. confrontare diversi software,
3. scegliere la soluzione più soddisfacente.

Perché a scuola mia si usa Turbo Pascal che è uscito di produzione 15 anni fa, che non si può usare liberamente e di cui non si possono neppure acquistare le licenze, perché nessuno le vende, quando c'è FreePascal che è un programma libero che permette di fare le stesse cose, è continuamente aggiornato e inoltre è gratuito?

> E in linea di principio, ...

Anche su questo concordo... le due colonne non volevano sottintendere questo è male e questo è bene, anche se traspare, velatamente, la mia simpatia...

Ciao e grazie per le osservazioni.